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Igor Charalambopoulos Bortoluzzi, ospite illustre al Panathlon Bassano. Il calcio secondo l’ottica di un tecnico umanista

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“Ogni giocatore è una ditta individuale: ciò significa che un allenatore, soprattutto se opera nelle massime divisioni, ha tutti i giorni a che fare con molte ditte individuali”. Le parole di Igor Charalambopoulos Bortoluzzi, First Team Scout INTER Football Club e illustre ospite – lo scorso 10 settembre – del Panathlon Bassano, hanno suonato in un primo momento quasi come una provocazione, cogliendo di sorpresa il folto pubblico presente a Villa Ghiselli, in quel di Pove del Grappa. Poi, però, il concetto è risultato chiaro ai presenti: a un certo livello i giocatori pensano in primis a se stessi, alle proprie opportunità, all’interesse personale. Ragionano in termini di ditte individuali, appunto.


Sta all’allenatore coglierne le specifiche peculiarità, tecniche certamente, ma prima ancora umane. Entrare nella loro psicologia, comprenderne la mentalità. E motivarli. Fare gruppo. Aiutarli a crescere umanamente e culturalmente. Un compito non facile. Pochi riescono a svolgere una simile missione con risultati eccellenti. Per esempio Pep Guardiola. Oppure il nostro Carletto Ancelotti. Bravi davvero.

Una vita raminga, quella di Igor. Sempre in giro per il mondo. E, nonostante le lunghe assenze da casa, una famiglia esemplare e un matrimonio – con Elena – che sfida il tempo. Dapprima allenatore e poi osservatore, mansione che lo vede tuttora attivo e competitivo, Igor Charalambopoulos Bortoluzzi è stato presentato al pubblico dagli ex calciatori bassanesi Ernesto Toso e Corrado Ramina, entrambi panatleti. Fra gli ospiti, anche Lara Bertoncello, presidente F.C. Bassano, Antonio Finco, pure lui reduce da importanti esperienze internazionali nel mondo del pallone, e Sandro Chiminello, super-aficionado della squadra giallorossa.


“Nonostante l’impegno dell’amico bassanese Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili maschili della FIGC, che esorta a recuperare appieno l’insegnamento della tecnica e a non concentrare il lavoro delle squadre prevalentemente sugli aspetti tattici, ritengo ci sia ancora molto da fare in questo senso. Le società, in genere, tendono infatti a privilegiare la fisicità e le doti atletiche dei giocatori. Quello della ‘qualità intrinseca’ del giocatore è invece un tema importante da incentivare e perseguire”.
Sollecitato da Lara Bertoncello, che gli chiedeva alcuni consigli a favore della crescita della squadra di casa, il relatore (già giocatore giallorosso e da sempre affezionato alla società) ha fornito tre precisi suggerimenti: “Costituire un centro sportivo di qualità, naturalmente adeguato e proporzionato alle possibilità della nostra città; curare e potenziare al massimo il settore giovanile; affiliarsi a una società importante di Serie A”.
Consigli saggi, che vale sicuramente la pena di seguire. E allora, animo bassanesi, diamoci da fare!